La borsa perfetta non esiste.
Troppe tasche, poche tasche.
Non c’entra il computer, c’entra solo il computer.
E l’ombrello dove lo metto?
È enorme, ci sta tutto e c’è pure la tracolla. È enorme e scomodissima, pare di portarsi dietro mezza casa e che palle la tracolla che penzola giù.
Ah la bellezza di poter portare tutto sulle spalle. Che fatica portar tutto sulle spalle (un cavolo di manico non potevano mettercelo?).
Vivo senza carta e viaggio minimal. Ah la magia della carta, ma ora dove lo metto l’ultimo numero di Monocle?
Appunto. La borsa perfetta semplicemente non esiste.
Ma c’è un ma, che si chiama versatilità infinita. E nasce dalla pura e semplice osservazione delle necessità dell’uomo contemporaneo e dalla messa in pratica del fondamentale principio del design in base al quale la forma sposa la funzione. E in questo caso, oltre a sposarla, la segue pure nelle molteplici mutazioni delle necessità quotidiane di chi la borsa la usa, e che in una sola giornata possono cambiare e di molto.

E non è un caso che Stefano Andri, fondatore di Soffio, nuovissimo marchio di borse e custodie in pelle made in Italy, abbia affidato non a un fashion designer bensì a un industrial designer, Raffaello Galiotto, la progettazione della borsa, oltre che della custodia per iPad e della skin per iPhone.
Il Macbook Sleeve Backpack — questo il nome della borsa — si adatta infatti all’uso: è pensata per contenere un Macbook Pro da 15”, un iPad e una rivista (o una serie di fogli A4) e può essere indossata a tracolla, portata come valigetta, a spalla, a mo’ di zaino o — rimuovendo del tutto la tracolla, realizzata con un unico pezzo di pelle — come bustina.
Grazie alla tasca anteriore removibile e fissata alla borsa con una serie di elastici, inoltre, puoi trasportare caricabatterie, occhiali, iPhone, blocco note… E togliendola [vedi immagini] diventa un porta-quotidiani o porta-ombrello o porta-quelchehaibisognodiportare.
Per non parlare della custodia per iPad, con fessura “sbircia schermo”, due inclinazioni e — è la prima volta che vedo una soluzione simile — una maniglia per tenerla a mano, a mo’ di tavolozza.
Infine c’è la skin per iPhone, realizzata artigianalmente utilizzando pelle italiana naturale (che quindi si trasforma con l’uso), accoppiando due pelli di alto spessore. Come d’altronde il resto dei prodotti, tutti fatti a mano in quel della Valle del Chiampo, in provincia di Vicenza, zona di concerie storiche da dove proviene lo stesso Stefano Andri, che proviene da una famiglia che lavora la pelle da più di trent’anni e che ora, con Soffio, sta cercando di far dialogare il più “caldo” dei materiali con le nuove tecnologie.
























