Da quando, quasi vent’anni fa, ho avuto il mio primo scanner, ho scansionato di tutto: documenti da firmare, fotografie, pagine di libri, manuali di istruzioni, penne, matite, etichette di vestiti, sostanze psicotrope, composizioni di fogli e sassi, persino uno specchio (per vedere l’autoritratto di uno scanner) e pure (ehm) certe parti del corpo.
Mai, però, (almeno prima di vedere i celeberrimi Scanwiches, che per mesi furono le superstar assolute del web) mi è venuto in mente di dare in “pasto” a quel fascio di luce roba commestibile come sale, burro, olio, spezie, zucchero…
L’idea invece ce l’ha avuta il fotografo americano Navid Baraty, che proprio utilizzando acqua, bevande, cibi e coloranti alimentari ha realizzato una serie di foto intitolata Wander Space Probe, componendo sullo schermo del suo scanner immagini che sembrano arrivare dal telescopio Hubble, puntato verso lo spazio profondo alla ricerca degli angoli più interessanti del cosmo.
Stelle fatte di sale, zucchero, farina, cannella, cumino. Nebulose d’olio d’oliva, burro e curry. Pianeti d’acqua, latte di cocco e colorante. Buchi neri creati con bicchierini di caffè. Più qualche ingrediente non commestibile come i peli di gatto o i trucchi per il make-up. E una buona dose di olio di gomito e sgrassante per ripulire il tutto, alla fine di ogni “scatto”.



Ingredienti delle stelle: sale, cannella, lievito.

Ingredienti: bicarbonato, curry, gesso, sale, zucchero, cannella.

Ingredienti dei satelliti, gel di silice, colorante alimentare.
Ingredienti delle stelle: zucchero, cannella e cumino.



Ingredienti dei satelliti: fondi di bicchiere contenenti latte di cocco, acque e coloranti alimentari.
Ingredenti delle stelle: sale, cannella, lievito, pastiglie.



