Credo non di aver mai consultato tanto spesso enciclopedie, mappe e dizionari come da quando sono diventato papà.
Dai concetti più complessi fino alle cose più banali (le più interessanti da ri-scoprire), bastano un «perché?», un «dov’è?», un «cos’è?», un «come funziona?», un «da dove viene?», un «chi l’ha fatto?» (termini che non a caso riempiono i titoli di alcuni dei libri che più attirano i bambini quando imparano a leggere da soli) per spedirti a cercare lemmi, scorrere indici, scavare tra le etimologie, zoomare e controzoomare come non ci fosse un domani tra le tavole di Google Maps.
Anche una semplice passeggiata in centro, quando il pupo o la pupa sono al loro apice della fase-perché, può significare aver bisogno di un arsenale di guide e manuali—e per fortuna ora ci sono gli smartphone, strumento che sta potenzialmente trasformando in gita didattica anche una semplice uscita per andare al supermercato (tema sul quale ci sarebbe da approfondire ulteriormente). E paradossalmente, anche conoscendo una città o quantomeno una zona come le proprie tasche, l’interrogativo capace di coglierti in contropiede arriva puntualmente.

Nonostante la fase-perché (che comunque non s’interrompe di botto ma sfuma quasi impercettibilmente fino alla pre-adolescenza, quando poi solitamente i ragazzini cominciano a chiudersi a guscio e tu ti ritrovi a rimpiangerli tutti quei perché?, tutto quell’eccesso di comunicazione) sia quanto di più sfibrante possa esistere, e se non sei dell’umore giusto faresti volentieri a cambio con una tortura stile Guantanamo, ti meravigli di quante cose avevi sepolto negli impolverati scaffali della memoria, e soprattutto a quante cose non avevi semplicemente mai pensato e ci voleva uno sdentato nanetto per e i suoi ? precisi e taglienti come rasoi a fartici arrivare.
Due che il potere quasi magico delle domande dei bambini lo conoscono bene sono Ilaria Rodella e Francesco Mapelli, cioè I Ludosofici. Entrambi laureati in filosofia e autori di un bel libro intitolato Tu chi sei?, pubblicato da Corraini, Ilaria e Francesco da anni uniscono filosofia e gioco, organizzando laboratori, collaborando con musei e festival in Italia e nel mondo, lavorando coi bambini ma anche coi grandi (genitori, insegnanti, bibliotecari, operatori culturali).

Dallo scorso anno i Ludosofici organizzano anche A spasso con Sofia, un piccolo festival che si tiene a Milano, dedicato ai bambini dai 4 ai 10 anni e alle loro famiglie/accompagnatori.
Il concetto è semplice: si tratta di una serie di workshop, che si tengono nel corso di due giornate in diversi luoghi della città, da scoprire e, appunto, ri-scoprire.
Il programma è molto interessante e vede l’intervento di scrittori, artisti, musicisti, naturalisti, artigiani.
In questa seconda edizione, ad esempio, prevista per i prossimi 14 e 15 maggio, si imparerà a dar forma al rumore, a regolare il caos, a far posto a tutti, a trovare la poesia dell’aria, a manomettere e torcere fili, a viaggiare nell’immaginario, a dar voce alle idee, a colorare il suono.
Il tutto con la partecipazione straordinaria di Yoshiko Noda, in arte Yocci, illustratrice e giornalista giapponese ma ormai da diversi anni italiana d’adozione.
Ogni laboratorio costa 8 euro a persona e ci si può iscrivere online.

