«Quand’ero bambino imparai rapidamente che il marchio del timbro era il marchio dell’autorità», racconta l’artista anglo-cipriota Rob Ryan, citando poi i timbri color blu marino sui libri di scuola, con la scritta non imbrattare e non rubare, o quelli con cui la bibliotecaria segnava i volumi presi in prestito (più timbri = il libro veniva dato in prestito più spesso = probabilmente era più bello). O, ancora, i tanti APPROVATO o FALLITO applicati sui test, gli ACCETTATO e i RESPINTO sui moduli della pubblica amministrazione…
Quando, in seguito, imparò che attraverso i timbri si poteva pure fare arte, per Ryan fu un’epifania: «Cosa potrebbe esserci di più dolce che prendere quest’arma della burocrazia e trasformarla in qualcosa che eserciti la bellezza piuttosto che il potere? Il timbro di approvazione diventa privo di senso nelle mani di un artista perché all’arte non serve alcuna approvazione per le proprie azioni, né aspira a riceverne», scrive infatti nell’introduzione a Rubber Stamping, libro dedicato proprio all’arte di realizzare e utilizzare i timbri di gomma per disegnare, per raccontare storie, per creare pattern, per scrivere, persino per decorare i dolci.
Sono oltre 40 i progetti proposti dal libro, da seguire per imparare altrettanti metodi e idee per lavorare coi timbri, seguendo le istruzioni di un vero esperto, Stephen Fowler, artista inglese piuttosto conosciuto nel mondo dell’illustrazione e delle autoproduzioni editoriali per la sua lunga esperienza nel panorama delle fanzine e per una grande conoscenza della cultura DIY e dei cosiddetti metodi di stampa “primitivi”, tra cui appunto i timbri fatti in casa, che utilizza sia nelle opere che realizza che nei tanti workshop che tiene.














