Il “look punk” si ottiene meglio utilizzando le cose ordinare che trovi in casa. Cerca nei cassetti, negli armadi, nel ripostiglio, oltre ai negozi dell’usato del vicinato, per trovare tutti i tipi di “spazzatura punk” da attaccare ai tuoi vestiti (o riparare fori e strappi)… use le spille da balia (il simbolo dell’essere punk), fermagli e mollette… vecchi distintivi, bottoni, ciondoli, tappi di lattina, medaglie di guerra… catenelle dello sciacquone, collari per cani, catene e lucchetti da ferramenta… serrature degli armadietti, apribottiglie, portachiavi con le zampe di coniglio e le grosse chiavi dei vecchi hotel…
L’elenco va avanti ancora (e così anche i puntini di sospensione), e nomina vecchie cravatte, pistole e coltelli giocattolo. Tutta roba utilizzabile per costruire il look punk che nel’77, quando è uscita questa guida di 16 pagine, intitolata appunto How to look punk, era ovviamente di gran voga.
L’autrice si chiama Mary Elizabeth Norton, in arte Marliz, e viene descritta come “internazionalmente riconosciuta nel settore per la sua abilità di marketing nella percezione dei trend attuali e su come ‘aiutarli’ ad esplodere sulla scena” — in realtà su di lei non ho trovato altro, pare che a noi posteri sia giunto soltanto questo manuale formato fanzine, che ha un po’ il sapore dei consigli di stile delle riviste per ragazzine ma che Marliz ha realizzato andando a indagare il fenomeno e intervistando veri punk, come ad esempi i membri di band come i Germs.
Ad ogni modo si tratta di un “reperto” interessante (che puoi pure scaricare gratis, qui), e tocca un po’ tutti gli aspetti dell’estetica punk, dalle già citate spillette agli accessori, dal make-up all’acconciatura, fino alla spassosissima spiegazione con annessa guida illustrata al pogo.
Il tutto perfettamente in tema con il libro segnalato un paio di giorni fa, Action Time Vision, dedicato alle copertine dei singoli punk e post-punk.















