Nato a New York nel 1914 in una famiglia di immigrati ebrei ortodossi e giustamente considerato come uno tra i più grandi maestri del graphic design mondiale, Paul Rand fu un pioniere per la maggior parte della sua lunga carriera.
Il miglior “riassunto” della sua straordinaria vita professionale l’ha fatto Steven Heller nella grande monografia dedicata a Rand pubblicata nel 99 da Phaidon: «Verso la fine degli anni ’30 iniziò a trasformare l’arte commerciale da artigianato a professione. Nei primi anni ’40 influenzò l’estetica della pubblicità e delle copertine dei libri e delle riviste. Verso la fine degli anni ’40 propose un vocabolario di graphic design basato sulla pura forma laddove, un tempo, prevalevano solo lo stile e la tecnica. Verso la metà degli anni ’50 cambiò il modo in cui le grandi società usavano l’identità grafica. E arrivato a metà degli anni ’60 aveva creato alcuni dei loghi aziendali più duraturi del mondo, tra cui IBM, UPS, ABC e Westinghouse. [Rand] fu il canale attraverso il quale l’arte moderna e il design europei — il costruttivismo russo, l’olandese De Stijl e il Bauhaus tedesco — furono introdotti nell’arte commerciale americana. Il primo dei suoi quattro libri, Thoughts on Design, pubblicato nel 1946 quando aveva trentadue anni, era una bibbia del Modernismo. Nei suoi ultimi anni è stato un insegnante, teorico e filosofo del design. Sebbene intollerante nei confronti delle tendenze bizzarre, Rand ha concluso la sua carriera guidato dalla stessa fede di quando aveva iniziato: good design is good will».

(fonte: wright20.com)
Morto nel 1996, a 82 anni, oltre ad aver lasciato un’eredità inestimabile al mondo della grafica e una traccia profonda sui designer che sono venuti dopo di lui, su quelli che proprio ora si stanno formando (anche sopra alle sue opere) e su quelli che verranno in futuro, Rand ha regalato al mondo anche una magnifica casa, che progettò egli stesso nei primi anni ’50 ispirandosi a Marcel Breuer. Considerata come uno tra i più begli esempi di architettura modernista americana, la casa di Rand — a Weston, Connecticut — era anche piena di opere d’arte e di design.
Messi all’asta lo scorso 13 settembre, gli oggetti di casa Rand sono davvero sorprendenti: poster, packaging, bozzetti e studi del suo archivio personale (sopra e di seguito ce n’è una piccola selezione), collezioni di poster di altri designer, sedute di Anna Castelli Ferrieri, di Le Corbusier, di Thonet, di Enzo Mari, di Dieter Rams, appendiabiti di Alvar Aalto, lampade Castiglioni, ma anche oggetti esotici come un abaco cinese, una maschera rituale irochese, statuette yoruba, arte folk americana — tutti oggetti che non soltanto gettano un’ulteriore luce sulla vita del designer, ma che evidentemente hanno anche ispirato e informato il suo modo di progettare.
Visibili sul sito della casa d’aste Wright, i “tesori” dell’archivio Rand si possono ammirare anche sul catalogo che si può sfogliare integralmente online.

(fonte: wright20.com)

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