Anche se già fin dal ‘500 si possono ritrovare quelli che oggi potremmo definire come “figurini”, si trattava perlopiù di incisioni per opere a carattere antropologico — costumi di popoli lontani, abiti religiosi, ecc.
La vera e propria illustrazione di moda nacque due secoli più tardi, nella Francia del ‘700, quando cominciarono a diffondersi le prime riviste di moda, che presto conquistarono notevole successo nel resto d’Europa e poi in tutto il mondo (in Italia, ad esempio, a metà ‘800 si pubblicavano ancora i figurini francesi, mettendo bene in evidenza che si trattava della “moda di Parigi” o “di Francia”).
Per le riviste francesi come la Gazette du Bon Ton, il Journal Des Dames et Des Modes e la celeberrima Vogue lavoravano alcuni tra i migliori disegnatori, e fu così per decenni, fin quando, a inizio ‘900, cominciò a farsi largo la fotografia di moda.
Proprio a quel periodo risalgono le illustrazioni di Charles Martin.
Nato nel 1884, Martin debuttò nel mondo dell’editoria di moda grazie a Lucien Vogel. Figura centrale nel mondo della moda francese di inizio ‘900 e marito di Yvonne de Brunhoff (sorella del creatore dell’elefante Babar), Vogel aveva frequentato la scuola di Belle Arti con Martin, e lo chiamò a lavorare con lui quando, nel 1912, fondò la Gazette du bon ton, rivista che contribuì a lanciare le carriere di molti degli illustratori che vi collaborarono.

(originale: The Rijksmuseum | fonte: rawpixel.com)
Oltre che per le riviste, Martin disegnò anche diversi albi, tra i quali un capolavoro dell’arte erotica come Mascarades et amusettes, che è del 1925, e Sports et Divertissements, che ebbe un’avventura editoriale piuttosto travagliata.
Ideato dallo stesso Vogel per la Gazette, doveva essere una pubblicazione da collezione, che mettesse insieme illustrazione, moda, musica e quello che oggi chiamiamo “lifestyle”.
Si trattava di un albo in cui i disegni di Martin dovevano rappresentare persone dell’alta società intente a passare il tempo con attività sportive (la pesca, la yachting, il nuoto, il golf, le corse dei cavalli, lo slittino, il tennis), e ludiche (il ballo, il carnevale, il picnic, i fuochi d’artificio), ciascuna di esse messa in musica da piccole composizioni, che vennero affidate nientemeno che a Erik Satie (si possono ascoltare qui), anche se pare che in principio vennero commissionate a Stravinsky, che però rifiutò giudicando il compenso troppo basso.

(originale: The Rijksmuseum | fonte: rawpixel.com)
Musiche e disegni erano già pronti nel 1914 ma il progetto si bloccò per lo scoppio della prima guerra mondiale. Prima della fine della guerra, Vogel vendette i diritti a un altro editore, per poi riacquistarli dal medesimo nel 1922, commissionando però a Martin una nuova serie di illustrazioni per andare incontro al mutato gusto estetico del periodo. Se la prima versione era stata realizzata in uno stile che mostra le evidenti influenze dell’Art Déco, nella seconda si vede chiaramente che nel frattempo il cubismo è arrivato alle masse.
Sports et Divertissements infine uscì nel ’23.
Una delle tavole dell’opera, datata però 1920, è conservata presso il Rijksmuseum di Amsterdam, insieme a diverse altre illustrazioni di Martin prodotte per la Gazette du bon ton e il Journal Des Dames et Des Modes.
Il sito Rawpixel ne ha restaurate alcune in digitale e le ha messe a disposizione sulla propria piattaforma, da scaricare gratuitamente, il più delle volte anche in alta risoluzione.
E non è finita qui: sempre su Rawpixel si trovano altre illustrazioni di moda dell’epoca, firmate dal francese Bernard Boutet de Monvel e dall’austriaco Otto Friedrich Carl Lendecke.

(originale: The Rijksmuseum | fonte: rawpixel.com)

(originale: The Rijksmuseum | fonte: rawpixel.com)

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