Chi mi conosce sa che non sono un appassionato di poesia, sebbene nel tempo mi sia capitato, ovviamente, di leggerne. Nonostante ciò, mi piace molto una collana, tradotta in Italia da Rizzoli, in cui è già uscito Piccolo giardino di poesie, raccolta di poesie di Robert Louis Stevenson, illustrate da Ilya Green e che propone adesso una nuova uscita.
Piccoli ritratti di gatti raccoglie versi dedicati ai felini domestici, firmati da grandi nomi della letteratura, come Charles Baudelaire e Lewis Carroll, Jacques Roubaud, Guillaume Apollinaire, Jules Renard e altri ancora.
Il principio della collana è molto interessante. È quello di proporre la poesia al pubblico infantile in una forma nuova, illustrata. Agli illustratori viene chiesto di lavorare con una palette limitata, scelta che conferisce alle illustrazioni un’aria un po’ vintage. Gli illustratori hanno anche un tempo molto limitato, una settimana appena, per realizzare l’illustrazione, cosa che produce libri immediati e molto spontanei, in uno spirito che penso possa essere facilmente imitato a scuola. (qualche settimana fa, a un incontro con gli insegnanti in preparazione di #zerodiciannove, primo festival di letteratura per bambini a Savona, che avrà luogo in maggio, si parlava proprio di idee per utilizzare gli albi illustrati a scuola in modo creativo: ecco, questo è già uno possibile!).
Le illustrazioni di questo volume sono firmate da alcuni tra gli illustratori francesi di maggior successo al momento, come Rébecca Dautremer e Jean-François Martin, e poi Ilya Green, Heng Swee Lim, Nathalie Choux, Sandrine Bonini e altri ancora.
Alcune rime del libro sono più infantili, come Domenica di René de Obadia, altre divertenti, come Il gatto di Jules Renard. Altri ancora invece sono minimali, come Il gatto di Apollinaire, mentre di Carroll leggiamo un brano più lungo, sul Gatto del Cheshire.
Il mio preferito è forse Poesia del gatto di Jacques Roubaud, che comincia così:
Quando sei gatto non sei vacca non guardi i treni passare restando lì a ruminare con te non attacca (quando sei gatto, sei gatto)






(foto: Davide Calì)