7 anni di lavoro, 2 tomi, più di 1200 pagine e 1300 foto: l’ambiziosa opera del designer Marcin Wichary sta per diventare realtà grazie a una campagna di crowdfunding
L’avevamo segnalato qualche settimana fa in una puntata della nostra newsletter; torniamo a parlarne perché il progetto è ormai in dirittura di arrivo e Shift Happens — libro dedicato alla storia delle tastiere — si farà: su Kickstarter, dov’è protagonista di una campagna di raccolta fondi, ha già messo da parte oltre mezzo milione di dollari, il quintuplo di quanto necessario, e la data di uscita è prevista per settembre/ottobre 2023.

(courtesy: Shift Happens / Marcin Wichary)
Frutto di sette anni di lavoro e di ricerca, Shift Happens è il più completo volume mai prodotto sui dispositivi meccanici, elettromeccanici ed elettronici di scrittura e di inserimento dati: le tastiere, appunto, che dai primi prototipi collegano con un -–—–- fil rouge -–—–- le macchine per scrivere ai computer e agli apparecchi odierni, dove sempre più spesso le tastiere sono delle entità incorporee da utilizzare digitando direttamente su uno schermo.
Dietro al libro — dal sagacissimo titolo che è un gioco di parole tra il celeberrimo motto di saggezza popolare “shit happens”, il tasto per fare le maiuscole e uno dei significati stessi del termine (shift, tra le altre cose, indica il cambiamento) — c’è Marcin Wichary, designer, tipografo e scrittore di origine polacca che iniziò a interessarsi alle tastiere durante la sua infanzia nella Polonia degli anni della Guerra Fredda, quando i pc non erano esattamente alla portata di chiunque e diffusi come lo sono oggi.
Nel 2016, dopo aver visitato un museo in Spagna — il Museu Tècnica de l’Empordà di Figueres, in Catalogna, un gioiellino molto poco conosciuto (si trova nella stessa cittadina del ben più noto Museo Dalì) ma che ha una delle più grandi collezioni al mondo di macchine per scrivere —, a Wichary è venuto il desiderio di scoprire di più sulla storia delle tastiere. Non trovando pubblicazioni esaustive in materia, sopra alla testa del designer è apparsa la proverbiale lampadina, capace di innescare la lunga ricerca che ha infine portato al libro.
Shift Happens è un’opera mastodontica, sia per quantità che per qualità: oltre 1200 pagine, suddivise in due tomi e 42 capitoli che vanno dalla “preistoria” delle tastiere e arrivano ai touchscreen e al piccolo “Rinascimento” delle tastiere elettromeccaniche (come in molti altri campi in cui la virtualità ha sostituito quasi del tutto la dimensione fisica, si è risvegliata una nicchia di appassionate e appassionati di strumenti “vecchia scuola”, che continuano a essere prodotti, acquistati e adoperati, per scrivere così come per i videogame).
Sono più di 1300 le immagini, molte delle quali finora inedite, e 520 di esse sono state prodotte ad hoc per il libro, per il quale Wichary — che si è occupato anche del design — ha stilato un’efficace lista numerica che ben riassume il tutto:
40+ Easter eggs
4 tastiere con keycaps [sono i copritasti, quelli dove sono stampati i glifi, ndr] in Comic Sans
2 font disegnati appositamente
38 segnature di stampa da 32 pagine ciascuna
3,6 kg di peso
7 anni di ricerca e scrittura
40 interviste
50 tastiere usate durante la ricerca [tra cui la IBM Model M, universalmente considerata la miglior tastiera mai prodotta, ndr]
500 libri letti per la ricerca
5.000 linee di codice per automatizzare i processi di impaginazione in InDesign
8 negozi di macchine per scrivere visitati
250 ore di editing e correzione bozze
350 libri e articoli caricati su Internet Archive
4 tastiere customizzate costruite per la ricerca
«Volevo un libro che raccontasse tutte le storie personali sulle tastiere legate a un contesto storico, sociale e politico» spiega Wichary, che durante il progetto ha dato vita pure a un’affascinante newsletter e a un sito dove si può “giocare” a ricordare dove sono posizionati i tasti sulla tastiera.
Shift Happens si può pre-acquistare ancora per pochi giorni, partecipando alla campagna su Kickstarter.

Il volume 1 mostra una giustapposizione di classi di dattilografia nel XX secolo.
La copertina del volume 2 mostra Rolf Hagedorn al computer Culler-Fried On-Line System del CERN.
(courtesy: Shift Happens / Marcin Wichary)

(courtesy: Shift Happens / Marcin Wichary)

Foto per gentile concessione di typewriter.company, Mr & Mrs Vintage Typewriters e Georg Sommeregger.
(courtesy: Shift Happens / Marcin Wichary)

Una foto per gentile concessione del Tekniska Museet.
(courtesy: Shift Happens / Marcin Wichary)

(courtesy: Shift Happens / Marcin Wichary)

Alcune foto per gentile concessione di Eric Keppel e Dmitry Nosachev.
(courtesy: Shift Happens / Marcin Wichary)

(courtesy: Shift Happens / Marcin Wichary)