Per oltre mezzo secolo, dalla primissima Great Exhibition of the Works of Industry of all Nations di Londra del 1851, le Esposizioni universali sono state il volano per lo sviluppo della tecnologia, delle arti, della scienza e dell’economia delle potenze coloniali occidentali.
Fino al 1937 — anno dell’ultima Exposition internationale des arts et des techniques appliqués à la vie moderne di Parigi — il Belgio fu uno dei paesi più attivi nell’organizzazione di questi eventi (a Bruxelles nel 1897, poi ancora nel 1910 e nel 1935, a Liegi nel 1905 e a Gand nel 1913), e fu proprio lì, di nuovo a Bruxelles, che si tenne la prima Grande esposizione del dopoguerra.
Era il 1958 e, dopo un ventennio drammatico, il vento dell’ottimismo — simboleggiato dal gigantesco Atomium d’acciaio progettato da André e Jean Polak e costruito nell’area dell’altopiano dell’Heysel — tornava a soffiare tra i padiglioni dei paesi partecipanti, e da lì verso l’intera Europa.
Con l’Expo, la capitale belga colse l’occasione per rinnovarsi profondamente dal punto di vista architettonico, e il 1958 (si parla in effetti di “Style 58” o “58 Style” per descrivere l’abbandono delle geometrie e delle simmetrie monumentali in favore di linee più dinamiche, forme curve, materiali innovativi) fu l’apice di uno slancio verso il modernismo iniziato nei primi del ‘900 con Victor Bourgeois — padre del modernismo belga — e poi proseguito per decenni, attraversando il brutalismo e il post-modernismo, e trasformando Bruxelles in un vero e proprio museo d’architettura a cielo aperto. Museo che ora ha anche la sua mappa, realizzata dalla casa editrice britannica Blue Crow Media, che in passato ha già dato alle stampe numerose carte con gli itinerari dell’architettura modernista delle grandi città dell’Europa e del mondo.
La Modern Brussels Map — diventata realtà grazie alla collaborazione con la giornalista, autrice, storica dell’arte e dell’architettura Jacinthe Gigou, fondatrice di @modernista.be — raccoglie 56 edifici-simbolo, costruiti tra il 1910 e il 1990, disseminati per la città, selezionati e descritti dalla stessa Gigou (che sostiene come «quasi ogni strada, a Bruxelles, offre uno scorcio della sua architettura eclettica») e accompagnati da una serie di splendide fotografie.
Tra gli edifici appaiono anche gioielli meno conosciuti, come le case e i condomini progettati da Jacques Dupuis, Lucien-Jacques Baucher e Louis-Herman de Koninck, gli edifici scolastici di Jean Cosse Simone & Lucien Kroll e Léon Stynen, le strutture brutaliste di Alfons Hoppenbrouwers ed Emmanuel de Callataÿ.
La mappa, come scrivono dalla redazione di Blue Crow, «è la compagna ideale per esplorare un lato unico di Bruxelles».
a cura di Jacinthe Gigou
Modern Brussels Map / Carte Bruxelles Moderne
Blue Crow Media, 2024


(foto: G. De Kinder | courtesy: Blue Crow Media)

(foto: Constance Proux | courtesy: Blue Crow Media)